L’ESSERE È

Poiché il tema è cruciale per l’individuazione del demone che ci abita vi abbiamo dedicato due puntate. Quella che abbiamo chiamato “stortaggine” caratterizza la nostra vita perché ognuno di noi si sente inadeguato, fuori posto, senza qualità. La nostra, invece, è una società che ci vuole efficienti, adeguati, performanti. Per questo leggiamo due poesie di autori famosi ma emarginati: Alda Merini, poetessa italiana del dopoguerra dall’esistenza tormentata, segnata dalla malattia e dalla reclusione in manicomio, insieme ad Arthur Rimbaud, poeta francese della fine del XIX sec., famoso a 16 anni, dalla vita disordinata, preda di mille “storture”. Giorgia e Luca prestano la loro voce.

QUELLE COME ME

Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l’Anima,
perché un’anima da sola è come una goccia d’acqua nel deserto.
Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano,
tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre.
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero.
Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio,
non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.

merini

SENSAZIONE

D’estate, a calpestare per i sentieri andrò,
dentro il grano che punge, l’erba tenera a sera.
Sognando, la freschezza ai piedi sentirò,
lascerò che mi bagni la testa nuda il vento.

Non parlerò, smarrito ogni pensiero umano,
ma infinito nell’anima mi crescerà l’amore
e andrò come uno zingaro lontano assai lontano
per la Natura lieto come con una donna.

 sensazione

 

Due poeti in due epoche diverse hanno reso la loro diversità una grande ricchezza così come Claudia riesce a rendere piena di senso la propria vecchiaia ballando il Tip-Tap alla tenera età di 94 anni:

 

Due poeti e una ballerina, storti famosi, per niente falliti, anzi, grazie alla loro arte decisamente dei vincenti, capaci di capitalizzare al meglio le proprie povertà. Nella vita, però, si fallisce e basta, si è come si è e si deve convivere con se stessi, imparare a conoscere le proprie lacune che quasi mai diventano ricchezze. Nella sua celebre opera intitolata “Sulla Natura” il filosofo di Elea Parmenide, del VI° sec. a.C., scrive che l’Essere è e non può essere diverso da come è. Due fanciulle portano il filosofo al cospetto della dea chiamata Aletheia, la quale rivela la natura profonda della verità:

Frammento 2 versi 1-8

Se molto io parlo, tu accogli e ascolta il [mio] discorso, quali sole vie di ricerca sono pensabili: la prima: che [l’essere] è e che non è non essere, è la strada della Persuasione (infatti accompagna la Verità), la seconda: che [l’essere] non è e che è necessario che non sia, questo io ti insegno che è un sentiero del tutto sconosciuto; né infatti potresti conoscere il non essere (non è infatti possibile) né potresti esprimerlo.

Frammento 2

Io ti spiegherò tutte le cose, e tu ascolta il mio discorso che ti chiarirà quali sono le sole vie di ricerca pensabili: la prima: che l’essere, ciò che esiste, esiste stabilmente e non è un fluido processo diveniente, è la strada della Persuasione e della Verità, la seconda: che l’essere, ciò che esiste, non esiste ma è un continuo divenire, che si trasforma in altro da sé, che nasce e muore, che cambia colore e luogo, costituisce un sentiero del tutto impraticabile; infatti, se l’essere non esistesse, non potresti conoscerlo (non è infatti possibile concepire, pensare e conoscere ciò che non esiste), né potresti esprimerlo. Il pensiero è pensiero dell’essere: se penso, penso l’essere, penso che è, che esiste; non posso pensare il non essere, ciò che non esiste, il nulla.

Ognuno deve fare i conti col proprio Essere imparare a conoscerlo, conviverci e convivere con quello delle altre persone. I filosofi provano a descrivere quelle che, secondo loro, sono le categorie sociali con cui è più difficile confrontarsi. Si fa fatica ad accettare il tempo che passa, i talenti che non si rivelano, le culture che ci caratterizzano, le prestazioni non all’altezza, la corporeità non corrispondente agli standard. Siamo. E basta.

Qualcosa più della tolleranza potrebbe sollevare la nostra esistenza. Così come accade nel romanzo di Ivan Cotroneo intitolato “Un bacio”, drammatico racconto, ambientato in un liceo del nordest, dell’incontro tra tre “storti”: Blu, Lorenzo e Antonio, una “sgualdrina”, un “frocio” e un “ritardato” che vorrebbero intrecciare le loro vite, toccarsi, redimersi, in qualche modo, anche se non sempre ci riescono.

Il romanzo è diventato anche un film nel 2016: