05 – Perché il 9 Maggio?
Il laboratorio di cittadinanza si riveste di interattività: gli studenti, nel più classico dei giochi a quiz, devono oggi muoversi tra domande a trabocchetto, bivi e soluzioni apparentemente facili per scoprire il percorso che ha portato alla Dichiarazione del 9 Maggio 1950.
Scopriamo così l’idea di Unione Europea che aveva Schuman, come insieme di cerchi concentrici che si completano l’un l’altro: “All’interno dell’Europa ci saranno dei piccoli e dei grandi, ma dentro la Comunità dei popoli europei, piccoli e grandi avranno gli stessi diritti e gli stessi doveri”.
Qualunque sia lo scenario, resta comunque il problema della Germania.
Ecco allora l’inaspettato personaggio, Jean Monnet, che con la sua esperienza internazionale e il suo ruolo di funzionario può garantirsi una maggiore libertà di movimento, pur condividendo l’orizzonte di Schuman. Nasce l’idea della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio: le basi di una nuova collaborazione per condividere i materiali chiave dell’industria energetica e degli armamenti, sotto la guida di un nuovo ente un’Alta Autorità, organismo non composto da personalità politiche.

Rientrato a Parigi, il 1 maggio dice semplicemente “c’est oui!” e – due giorni più tardi – convoca Monnet e il suo staff per una riunione di progettazione. Resta la preoccupazione per la reazione del Governo tedesco.
L’8 maggio Schuman invia il suo collaboratore Mischlich direttamente a Bonn, da Adenauer che lo riceve il giorno dopo, 9 maggio, alle ore 10:00.
Alle 11, Adenauer ricompare e comunica a Mischlich: “Ho letto il documento: pone la pietra angolare nell’unificazione delle imprese e ridona la dignità al mio paese. Sono pienamente d’accordo!”
Ore 11:45, Mischilich chiama Clappier che comunica l’accaduto a Schuman.
Ore 12:00, Schuman prende la parola, avendo atteso appositamente per approfittare della stanchezza e della vicinanza del pranzo. In modo vago, avanza l’idea di una collaborazione con la Germania, di cui non mostra il piano. Intervengono subito Mayer e Pleven appoggiando con forza l’idea, un’occasione unica: nessuno vi si oppone e la proposta è approvata!
Alle ore 18:00 Schuman convoca oltre 200 giornalisti e gli ambasciatori nel grande Salone dell’Orologio del Quai 
Il testo è integralmente consultabile qui.
Nel gennaio del 1953 Schuman si dimette da Ministro degli Affari Esteri iniziando un lungo pellegrinaggio per sensibilizzare i cittadini dei paesi europei, per raccontare la propria esperienza. Già da allora, comincia ad essere chiamato “père de l’Europe”.

Il 9 giugno 1990 inizia il processo per la causa di beatificazione, per le capacità da lui dimostrate nell’incarnare la Parola e le virtù cristiane nella quotidianità.
Lo vogliamo ricordare così: “Ho la ferma fiducia che l’unificazione dell’Europa non potrà più essere fermata, nonostante i dubbi e le ostilità che potranno impedire il suo progresso”.
