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La partenza

Pronti, partenza, via. Sono 30 gli iscritti al laboratorio, saranno tutti fedeli fino alla fine? Speriamo! Cosa si fa ad un laboratorio di filosofia? Ce lo siamo fatto spiegare da coloro che al laboratorio hanno partecipato sei anni fa e che hanno trasformato in uno spettacolo, poi divenuto un video, cosa significhi cercare la verità della vita, la aletheia come dicevano i greci. Nella scena si vedono cinque personaggi con indosso una maschera bianca che nasconde il volto e li rende tutti uguali, tutti inespressivi, omogenei e omologati, un po’ come la nostra società! Ognuno dei personaggi cerca come può e come sa, il senso di tutto ciò che esiste e che ci circonda, l’Essere, dicevano i filosofi, chi usa un pallottoliere, chi una lente di ingrandimento, chi sogna, chi specula, chi riflette, a volte qualcuno litiga e si scontra, lotta quasi; nel frattempo il mondo si riflette sui loro volti bianchi e senza emozioni. Man mano che la conoscenza avanza aumenta la sicurezza, le maschere cadono, subentra un sorriso. E’ quello che faremo anche noi quest’anno.

Sarà la figura di Ulisse a guidare la nostra ricerca di senso. Ulisse e l’Odissea, come opera letteraria e come racconto, sono alla base della cultura occidentale, hanno dato forma al nostro modo di pensare e di agire. L’attrice Teresa Mannino ci sintetizza in pochi minuti i tratti salienti dell’opera: Ulisse uomo “scaltro e versatile”, dopo aver distrutto Troia, cerca di tornare a casa, a Itaca. Un viaggio tutto sommato breve, per quello che riguarda la distanza e i tempi, ma Ulisse impiega dieci anni e si fa tutto il giro del Mediterraneo. Un viaggio. Un viaggio in cui molto intense sono le esperienze, gli incontri, le scoperte. Tutti, più o meno, hanno un ricordo significativo di quella lettura, c’è chi ricorda la maga Circe e i suoi inganni, chi l’orrenda accoglienza del ciclope Polifemo, chi il canto suadente delle sirene, chi la tremenda fine dei Proci e chi il triste ritorno a casa, in cui Penelope e Telemaco aspettano il marito e il padre, per poi vederlo ripartire verso l’ignoto. Partire non è facile, abbandonare il nido, come abbiamo visto dal corto Pixar intitolato “Piper”, narrazione animata del difficile abbandono della mamma da parte di un pulcino di piviere, è arduo e talvolta doloroso, pieno di rischi ma anche di scoperte, solitario, sovente, ma anche ricco di incontri significativi e densi di significato.

Ognuno ha provato a fare memoria dei propri viaggi importanti. Non quelli da semplice turista, in cui, di fatto, non ci si allontana mai da casa, ma quelli in cui viaggiare ci ha cambiato, ci ha messi in discussione, ci ha costretto a mutare idea o ad assumerne di nuove, ci ha messo di fronte alle nostre paure, le ondate travolgenti, e le nostre sicurezze, gli scogli cui aggrapparsi. Qual è stato il primo vero viaggio della tua vita?