CARO/A ME

Restiamo per l’ultima volta sull’isola di Eolo e dei venti contrari, i venti che ostacolano il viaggio della vita e ci impediscono di tornare a casa. Iniziamo l’incontro di oggi con due poesie. La prima è di E. Lee Masters, tratta da “Antologia di Spoon River” e prende il titolo dalla lapide che l’ha ispirata, Ernest Hyde. Ad un certo punto, perentoria, ci ricorda: “poiché questa è la nascita dell’anima nel dolore, una nascita con vincite e perdite.” Il dolore forgia l’anima affinché essa rinasca e acquisisca “il silenzio della saggezza”, in fondo l’esperienza che scaturisce da ogni fallimento. Un bersaglio mancato con cui fare i conti, un nemico da individuare bene, come scrive C.Baudelaire nel testo che leggiamo tratto da “I fiori del male” e che si intitola “Il nemico”: “O dolore, o dolore, il Tempo si mangia la vita e l’oscuro Nemico che ci divora il cuore cresce e si fortifica del sangue che perdiamo.” Leggiamo anche alcune delle lettere scritte a se stessi, martedì scorso, come rimedio per un eventuale fallimento. Ce ne sono fondamentalmente di tre tipi: le sberle, che ti risvegliano dal torpore e ti invitano a scuoterti e reagire; le razionali esortazioni a trovare con pazienza il bandolo della matassa perso dalla logica ma perfettamente recuperabile (basta ragionare, no?), sono i figli di Cartesio ancora in giro!! Ed infine ci sono gli inviti a guardare in faccia la realtà a “Esplorare tutte le acque, pesciolino, non aver timore, oltre il muro c’è un prato fiorito!” Insieme alle lettere guardiamo un video-intervista realizzato a Claudia, ragazza quindicenne del novarese, la quale dichiara candidamente come la competizione sia la sua ragione di vita, una competizione tanto accesa che l’amore e l’affettività, tanto care agli adolescenti, non trovano spazio, troppo impegnata! Cosa pensare di Claudia e della sua vita come una gara? Chi è il “nemico” che insidia la nostra esistenza? Alcuni del lab provano a rispondere. Troppo scontato affermare che il nemico siamo noi stessi, nemico è ogni idolo che, come ostacolo insormontabile, si frappone tra noi e la meta di una vita piena, un idolo esclusivo che impedisce ogni alternativa. Certo è che questi idoli, a volte, sono così potenti da diventare quasi dei muri fisici, Claudia, la ragazza del video, va incontro ad una cocente delusione perché: puntare al massimo sì, vincere, forse!

Qualche maturità fa, sugli stessi banchi del nostro Liceo sedeva Giovi, reduce da un tremendo incidente d’auto che aveva segnato per sempre lui e ucciso i suoi compagni di viaggio. Lui si è diplomato, nel nostro liceo, ed ora esce il suo romanzo “Dove nascono le stelle?”, che, sicuramente, gli sarà costato tanta fatica ma che ci dice anche “Cara me, la vita è un po’ come le montagne russe, sali su e non avere paura”.

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link al video di “Claudia: non ho tempo per l’amore, voglio  vincere” http://video.repubblica.it/cosa-pensano-le-ragazze/ragazze-oggi/claudia-non-ho-tempo-per-l-amore-voglio-vincere/265618/265996

Edgar Lee Masters, da “Antologia di Spoon River”

ERNEST HYDE

La mia mente era uno specchio:                                                      silenzioso saggezza
vedeva ciò che vedeva, sapeva ciò che sapeva.
In gioventù la mia mente era solo uno specchio
in un vagone che correva veloce,
afferrando e perdendo frammenti di paesaggio.
Poi con il tempo
grandi graffi solcarono lo specchio,
lasciando che il mondo esterno penetrasse,
e il mio io più segreto vi affiorasse,
poiché questa è la nascita dell’anima nel dolore,
una nascita con vincite e perdite.
La mente vede il mondo come cosa a sé,
e l’anima unisce il mondo al proprio io.
Uno specchio graffiato non riflette immagine,
e questo è il silenzio della saggezza.

 

Charles Baudelaire, da “I Fiori del male

IL NEMICO

ponza06dLa mia giovinezza non fu che una oscura tempesta, traversata qua e là da soli risplendenti; tuono e pioggia l’hanno talmente devastata che non rimane nel mio giardino altro che qualche fiore vermiglio.
Ecco, ho toccato ormai l’autunno delle idee, è ora di ricorrere al badile e al rastrello per rimettere a nuovo le terre inondate in cui l’acqua ha aperto buchi larghi come tombe.
E chissà se i fiori nuovi che vado sognando troveranno, in un terreno lavato come un greto, il mistico alimento cui attingere forza…
O dolore, o dolore, il Tempo si mangia la vita e l’oscuro Nemico che ci divora il cuore cresce e si fortifica del sangue che perdiamo.