DOVE MI PORTI?

La maga Circe seduce Ulisse ma l’eroe, contrariamente ai propri compagni non si trasforma in uno stupido maiale pronto ad essere scannato per fare tanti bei salami. La seduzione ha sempre due direzioni e due mete, pur partendo, spesso, dagli stessi presupposti e condividendo, sovente, le stesse dinamiche. Se ducere, dal latino, portare a sé. Platone affermava che ogni educazione è essa stessa una mirabile forma di seduzione, basti pensare al rapporto tra Socrate ed i propri discepoli, un rapporto di vero e proprio amore, tanto che poi, nella celebre opera “Il simposio” la stessa sofia diventa amore, seduzione, passione. L’amore è eterna ricerca di ciò che manca, desiderio di bellezza, del corpo, dell’anima. La sapienza, la cultura, ci attirano a sé e ci affascinano con tutta la bellezza della conoscenza, bellezza che, plasticamente, ci viene resa dalla magnifica biblioteca del Trinity College, di cui ammiriamo la foto.

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L’immagine ci viene proposta, non a caso, da Matilde, ex alunna del Maus, ospite gradita del laboratorio (nonché ispiratrice) oggi laureanda in Filosofia a Padova, allieva della Holden School di Torino e giovanissima scrittrice. In qualche modo tutti siamo sedotti da qualcuno o qualcosa ma la domanda sorge inevitabile: “E dove mi porti?” guardiamo insieme la celeberrima scena finale del film “L’attimo fuggente” in cui il prof. Keating, licenziato e allontanato dalla scuola, viene accostato, dai suoi alunni, al “capitano” caduto al comando della nave, cantato nella bellissima poesia del poeta americano Walt Whitman. Nella scena, ad un certo punto, il preside-supplente invita il professore ad andarsene ma questo è impossibile, perché oramai la seduzione è completa e il processo irreversibile, quegli studenti, dopo essere stati portati verso l’arte e la letteratura ora sono dove dovevano arrivare: alla piena coscienza di sé e del proprio valore, il professore non se ne andrà mai più! Là, li ha condotti il capitano, anche se lui, non c’è più.

La poesia di Whitman racconta dell’opera e del destino del presidente USA Abramo Lincoln, il quale condusse gli Stati Uniti verso la maturità. Vediamo un suo ritratto, decisamente un uomo poco affascinante! Eppure ha sedotto intere generazioni con le sue idee e continua a farlo.

O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,lincolnla nave ha superato ogni ostacolo, l’ambìto premio è conquistato,
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
occhi seguono l’invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! Cuore! Cuore!
O gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il Capitano,
caduto, gelido, morto.

O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane;risorgo – per te è issata la bandiera – per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri – per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
ecco Capitano! O amato padre!
Questo braccio sotto il tuo capo!
E’ solo un sogno che sul ponte
sei caduto, gelido, morto.

Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili,
non sente il padre il mio braccio, non ha più energia né volontà,
la nave è all’ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito,
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
esultate coste, suonate campane!
Mentre io con funebre passo
Percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.

Tutti i membri del laboratorio sono invitati a cercare nella propria memoria chi sono stati i loro possibili seduttori e a realizzare dove questa seduzione li ha portati. Alcuni spunti: “Nietzsche mi ha sedotto, con il suo invito continuo ad estraniarmi dalla massa, col suo avere ed essere un pensiero divergente; mio papà mi ha portato alla pace e alla calma, anche se la vita, spesso, non lo è; la vita mi ha sedotto, ogni giorno, con il suo carico di sorprese indicibili; la profondità del pensiero che consente a chiunque affronti la lettura di un testo bello ed importante di superare la fatica dell’incontro; ma, a volte, anche la morte seduce, basti ricordare il celebre romanzo Dracula in cui il vampiro concupisce le fanciulle, prima di dissanguarle”. La seduzione è tutti i giorni, è il viaggio stesso di Ulisse, che non è un evento straordinario, come Itaca non è una meta immaginaria. Lo stupore della scoperta, diceva Aristotele, è il motore della conoscenza, è ogni momento, in ogni frammento dell’Essere.

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