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ASCOLTA IL MIO CANTO

Quasi al termine del viaggio anche noi, come Ulisse, ci imbattiamo nelle Sirene e ascoltiamo il loro canto. È un episodio arcinoto, questo dell’Odissea. Ulisse vuole ascoltare a tutti i costi la musica suadente di queste creature, meravigliose e terribili allo stesso tempo. Si fa legare all’albero della nave per non sottrarsi all’ascolto mentre costringe i suoi uomini a tapparsi le orecchie con la cera. La musica pervade anche il nostro tempo, anzi, ci sembra che ogni viaggio autentico debba essere accompagnato da una degna colonna sonora. Purtroppo, sempre più spesso, accade che giovani e adulti percorrano lunghe o brevi strade con le cuffiette ben calcate nei padiglioni auricolari. E così il mondo, con le sue sonorità, resta fuori, trasformando l’avventura del viaggio in un solipsismo dell’anima. Soli siamo e soli restiamo. Certo, ascoltare vuol dire correre dei rischi, significa mettersi in gioco, accogliere le sfide, esporsi al pericolo, accettare delle responsabilità, pagare di persona.

Ascoltiamo la melodia sinuosa e ossessiva del pianista Ludovico Einaudi

 

e poi ci lasciamo ammaliare dai versi delle poesie di un autore maledetto della letteratura italiana del ‘900: Sandro Penna. Antonio legge per tutti le poesie brevissime ma struggenti “Scuola”, “Forse”, “Vivere vorrei”. Armonie che val la pena ascoltare!


Scuola

Negli azzurri mattini
le file svelte e nere
dei collegiali. Chini
su libri poi. Bandiere
di nostalgia campestre
gli alberi alle finestre.

Forse

Forse la giovinezza è solo questo
perenne amare i sensi e non pentirsi

Vivere vorrei

vivere vorrei addormentato
entro il dolce rumore della vita

Ma non sempre è così. Certe Sirene sono fastidiose e pericolose, conducono alla morte e stravolgono l’animo umano. È il caso del discorso che Hitler pronunciò di fronte alla folla nazista radunata all’indomani della vittoria delle elezioni tedesche del 1933. Marta, che conosce la lingua, ci fa notare come le parole del dittatore sanguinario inizino con toni forbiti per giungere poi a livelli più popolari e scadenti, partono dalla testa per poi arrivare alla pancia. Centinaia di migliaia di giovani, in quell’Europa dilaniata dall’odio ascoltarono quelle note maledette e sfracellarono le loro esistenze sugli scogli della malvagità, del razzismo, dell’insensibilità. Tanti ragazzi ma non una apparentemente insignificante ragazzina di Monaco di Baviera, Sophie Scholl, la quale si oppose con tutto se stessa alla furia montante del nazismo, arrivando a pagare con la vita la sua coerenza agli ideali evangelici di amore e dedizione.

 

Prometeo sfidò gli dei per regalare il fuoco agli uomini, la sapienza, e per questo venne legato alla rupe e condannato ad aver consumato il fegato da un’aquila. Anche Gesù, sottolinea Beatrice, venne legato ad un palo, venne torturato e ucciso, pur di ascoltare e accogliere l’anelito alla vita dell’umanità intera. Il filosofo tedesco Nietzsche affermava, infatti, che Gesù era l’unico cristiano che lui avesse realmente conosciuto!

A questo punto restano tre domande alle quali ognuno risponderà in coscienza: Cosa vuole ascoltare un ragazzino/a del XXI secolo? Vuole ascoltare? Per cosa vi fareste legare pur di ascoltare e per cosa, invece, vi tappereste le orecchie?