6° INCONTRO

MI PIACE

C’è stato un tempo, poco tempo ad essere sinceri, in cui un telefono cellulare serviva, fondamentalmente, a fare una cosa sola: telefonare. Ovvero comunicare, dire, far conoscere, uscire allo scoperto, mostrare e mostrarsi.

Anche se non si aveva nulla da dire e niente da comunicare, anche quando poteva essere palese che l’unica realtà condivisibile era il vuoto della noia:

Ivano e Jessica (gli splendidi attori Carlo Verdone e Claudia Gerini) sono novelli sposi ma la reciproca compagnia non dona loro alcuna emozione. Squilla il telefono e arriva una proposta, un nuovo locale. Chissà cosa potrà celare di incredibilmente nuovo e stupefacente il “Prognosi Riservata”? Ivano consulta la sua agenda elettronica e trova un responso: “Se po’ fa!”

Così scatta l’illusione di spazzare via il tedio della vita quotidiana. Ma questo recentissimo passato se n’è già andato, è stato soppiantato da una nuova comunicazione, da una diversa condivisione, da una nuova piazza, quasi una inattesa Agorà, in cui incontrarsi, fare amicizie o consolidare quelle già in piedi. Internet e i Social Media hanno aperto possibilità inattese, canali impraticabili, hanno reso raggiungibile ciò che sembrava destinato a restare per sempre nascosto e lontanissimo.

Certo non mancano i pericoli in questi nuovi percorsi poiché, proprio perché nuovi e inesplorati, nascondono trappole e insidie, come racconta uno spot, girato in Belgio, in cui si viene messi in guardia dal pericolo di correre “nudi” e indifesi in mezzo alla giungla, per niente benevola, della comunicazione massmediale:

 


Un breve sondaggio rivela che i filosofi ritengono il social Facebook roba da vecchi. Qualcuno ne coltiva l’account solo per poter accedere alla possibilità di giocare on line ma tutti dichiarano candidamente che il Network di Zuckerberg è superato, sostituito dal più moderno e accattivante Instagram.

Potere delle immagini che la fanno da padrone sul nuovo social? Può darsi ma non è questo il tema filosofico su cui concentrarsi. Qual è l’effetto su di noi di questo tipo di comunicazione? Quali mutamenti provoca nel nostro sentire il famoso “Like – Mi piace”?

mi piace

I filosofi provano a raccogliere le loro idee che vengono riportate in rigoroso ordine casuale:

  • Nei Social si tende sempre a mostrare la parte migliore, quella accattivante, però, alla fine, si corre seriamente il rischio di smarrire la propria identità nel continuo tentativo di corrispondere alle attese.
  • I SM rappresentano la parte più esterna della nostra comunicazione, sono la scorza, il rivestimento, la periferia di quello che siamo ma non colgono ciò che siamo veramente.
  • L’accesso ai SM è molto positivo. Essi ci danno la possibilità di alimentare i nostri sogni e di condividere ricchezze e difficoltà.
  • I SM sicuramente facilitano e favoriscono la comunicazione, ci consentono di raggiungere e di essere raggiunti da tutti. Certamente questa esposizione agli altri attraverso i Social può anche alimentare la paura di essere feriti ma è vero che consente di conciliare far dialogare parti di noi che altrimenti sarebbe impossibile far convivere. È bello e giusto potersi confrontare ma senza essere ossessionati da questo dialogo.
  • I SM rappresentano un forte limite all’espressività, ci costringono all’interno di stereotipi comunicativi che ci rendono tutti uguali: cerchiamo di assumere le stesse forme e ci descriviamo con le medesime categorie.
  • SM e device elettronici ci impediscono di cogliere dettagli e peculiarità. “Come quella volta in America in cui mi sono accorto che stavo guardando il panorama attraverso lo schermo del mio smartphone”.
  • I SM e i telefonini sono la soddisfazione di un bisogno, appagano un desiderio, sfamano una fame.
  • Internet rappresenta l’inconscio del XXI° secolo, prende il posto dei sogni tanto cari a Sigmund Freud. Veicola la nostra coscienza sia per quello che riguarda l’aspetto percepibile ma anche per ciò che rimane nascosto e talvolta misterioso.