“Nella grotta del Ciclope”

Il viaggio di oggi si fa pericoloso. Insieme ad Ulisse e ai suoi 12 compagni, i migliori dice il testo, prescelti per ciclopel’impresa, ci inoltriamo in una terra sconosciuta all’interno della grotta di Polifemo. La caverna corrisponde alle aspettative del gruppetto di esploratori: è piena di cibo e di scorte utili per il viaggio, ma … Qualcuno ha tenuto conto degli umori del ciclope? A quanto pare, seguendo il corso degli eventi, si direbbe proprio di no. Polifemo, ignorando del tutto le leggi della sacra ospitalità del mondo greco, dimostra tutta la sua forza e violenza, divora, letteralmente vivi, alcuni degli eroi e tiene in serbo gli altri per spuntini successivi. Assistiamo all’astuta soluzione che Ulisse escogita per accecare il ciclope e poi per fuggire dall’antro. È astuzia, furbizia o intelligenza pura? C’è differenza tra l’esser furbi e il ragionar rettamente? Ulisse inganna Polifemo attribuendosi il nome di Nessuno ma poi non resiste e rivela la propria identità rivendicando la paternità dell’inganno messo in atto, in qualche modo non riesce a sottacere il proprio desiderio di vanagloria. Perché? Perché vantarsi e attirare su di sé le ire del potente Poseidone, dio del mare e padre dell’accecato Polifemo? Chi è, cosa rappresenta realmente Polifemo? A questo punto è inevitabile, il nostro salone, tutta la scuola, si trasforma nella grotta di Polifemo e qualcuno riconosce chiaramente nel gigante quella schiera di bulli che sovente terrorizzano gli studenti con le loro minacce e violenze gratuite, altri vedono in Ulisse un cinico superbo che non esita a sacrificare i compagni per il proprio vantaggio, Polifemo, invece, potrebbe anche rappresentare l’istinto, tutta quella sensorialità su cui il nostro tempo tanto confida e che tanto ci inganna, un istinto cui si contrappone una socratica forza della ragione. Polifemo, dice una ragazza di prima, rappresenta tutte quelle sfide che ogni giorno dobbiamo affrontare e superare, e che paure, aggiunge qualcun altro, come quando da bimbi il babau abitava sotto il letto o dentro l’armadio! A guardar bene la situazione, però, qualcuno si accorge che Ulisse e Polifemo non sono così diversi, si parlano, si capiscono, condividono gli stessi bisogni, sono tutti e due dei giganti, uno di forza, l’altro di astuzia, entrambe, a loro modo, due mostri. La caverna di Polifemo è come la caverna di Platone, piena di oscurità, ricolma di ignoranza e la sapienza, la ricerca della sofia, della verità, dovrebbe rischiararla. Ma come? Il grande Aristotele scriveva: “gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia”. La meraviglia, lo stupore di fronte alla realtà, sono alla base di ogni ricerca scientifica, alla base di ogni conoscenza. Cerchiamo di comprendere cosa sia effettivamente questa meraviglia e veniamo sorpresi da un video che ritrae delle persone sorde che, in seguito ad un impianto cocleare, sentono per la prima volta. I versi e il sorriso di un bimbo sono inequivocabili!